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mercoledì 31 agosto 2011

Il tè delle Cameron Highlands

Ed eccomi finalmente tornata.
Ancora piena di sensazioni e emozioni diverse ho ancora mezza giornata prima di riprendere a lavorare. Tornare in Italia è sempre un grande piacere. Per quanto si a bello visitare paesi e cilture lontane, è veramente difficile riuscire a vivere a lungo lontano da casa.
La Malesia devo dire che è un posto meraviglioso, con gente apertta gentile e molto ospitale.
La cucina invece per me è stata una delusione... troppo fritto, troppo olio di palma, troppo riso, troppo pollo e pesce decisamente troppo cotto.
La frutta invece è eccezionale (durian a parte)... ma farò un post a parte.
Anche il tè è buono. Lo producono in un posto bellissimo: le Cameron Highlands. Qui producono anche le fragole. Fragole che hanno un sapore più intenso rispetto a quelle che ormai si trovano da noi.



Sono stata a visitare una paintagione di tè. Non immaginavo che potesse essere tanto bella e non immaginavo nemmeno che nella piantagione non si sentisse il profumo del tè. Le foglie non hanno profumo. Solo quando vendono arrotolate sprigionano tutta la loro essenza.
La cosa più incredibile è che le foglie di tè vengano raccolte ancora a mano per evitare che si rompano. Sono gli indiani a fare questo lavoro. Vivono in un villaggio lì e c'è anche un piccolo tempio indù che rende l'atmosfera ancora più irreale.
Ovviamente ho fatto un po' di scorta di tè, ma se volete provarlo potete acquistarlo da questo link, dove potete trovare maggiori informazioni anche sulla "fabbrica" e sulle Cameron Highlands.
https://www.boh.com.my/shop/index.php

sabato 20 agosto 2011

Ma cosa si mangia in Malesia?

A piedi nudi su un rustico letto su una palafitta a mabul vicino a sipadan, il paradiso per i divers di tutto il mondo, non posso che dire che la Malesia é un posto meraviglioso. Una narra strabiliante, persone che vorrei trovare anche a Milano e il cibo con più influenze multietniche che io abbia mai assaggiato. Non sono stata in grandi ristoranti, anzi... Ho sempre mangiato dove mangiano i locali. Ci sono talmente tante cose diverse che non si corre il rischio di mangiare la stessa cosa per due volte di fila. Mi correggo. Mangi sempre la stessa cosa ma in infinite forme e varianti diverse. Pollo, riso, carne non meglio precisata, gamberi e pesce troppo cotto. Poi c'ė la frutta. Una quantità infinita di frutta, che peró trovi solo al mercato quando hai la fortuna di trovare un mercato, perchė nei ristoranti trovi solo anguria, melone, mele verdi, arance e ananas. In pochi casi ho avuto la fortuna di trovare il dragon fruit. Passerò qui un'altra settimana, ma so già che me ne andrò con il rimpianto di non essere riuscita a gustare la vera Malesia, quella che ho intravisto nei mercati e nei racconti delle persone. Ma ho assaggiato e scoperto tante cose che vi racconteró meglio al mio ritorno.
Notte.

giovedì 4 agosto 2011

crostata ducale: cioccolato e nocciole

Oggi è l'ultimo giorno di lavoro. Non c'è nulla da aggiungere se non "EVVIVA!".


Per la base:
250 g di farina di nocciole (o di nocciole sgusciate da ridurre a farina nel tritatutto)
70 g di burro
50 g di zucchero
Per la farcia:
125 g di cioccolato fondente
4 cucchiai di panna
2 uova
20 g di zucchero
1 cucchiaino di caffè solubile
1 cucchiaio di rhum

Foderare la tortiera con della carta da forno fcendola aderire bene.
Mettere in una ciotola il burro a pezzetti. Aggiungervi lo zucchero poco alla volta lavorando bene fino ad ottenere un composto schiumoso. Unirvi la farina di nocciole amalgamando bene.
Mettere il composto nella tortiera premendo bene e compattandolo il più possibile.
Passiamo alla farcia. In una terrina lavorare i due tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso. Far fondere a bagnomaria a fuoco medio il cioccolato fatto a pezzettini.
Far intiepidire la panna, unirvi il cucchiaino di caffè e versarla nel cioccolato fuso. Amalgamare e aggiungere il tutto al composto di zucchero e tuorli. Far cuocre il composto a fuoco basso finchè inizierà ad addensare (ma senza portare a bollore).
Togliere dal fuoco e far raffreddare la crema. Aggiungere il rhum.
Montare a neve gli albumi e ggiungerli delicatamente, con movimnti dal basso verso l'alto, alla crema.
Versare la crema nella tortiera e spalmarla con l'aiuto di una spatola.
Decorare con gocce di cioccolato o chicchi di cffè o nocciole.
Lasciare riposare in frigorifero per un paio di ore prima di servire.

mercoledì 3 agosto 2011

insalata di polpa di granchio e pompelmo

Ci sono molte cose  che facevo abitualmente e ora non faccio più.
Quando è stata l'ultima volta che ho fatto la varticale? E l'ultima volta che sono salita in alto prima di soffrire di vertigini? A quando risale l'ultima girella? E l'ultima volta che ho visto quella che consideravo la mia amica del cuore ma che ora non ha più niente in comune con me perchè la vita ci ha dato due direzioni diverse?
Altre ultime volte me le ricordo meglio. L'ultima volta che ho dormito nello stesso letto del mio ex marito, l'ultima volta che ho abracciato mia nonna, l'ultima volta che sono andata a prendere mia zia... e ancora ho nelle orecchie le sue risate!
Oggi mi coccolo con questi pensieri.
Anche la ricetta di oggi, molto anni '80, mi ricorda matrimoni e feste di natale.
Sì, perchè in quegli anni insalate come questa erano un must come aperitivo. E mi viene da sorridere.

1 pompelmo
1 scatola di polpa di granchio (se avete la polpa di granchio fresco tanto meglio!)
1 cucchiaio di maionese (possibilmente allo yogurt, altrimenti mettete solo metà cucchiaio e aggiungete metà cucchiaio di yogurt bianco)
qualche gocchia di Tabasco
olive e pomodoro per guarnire
gassa di aceto balsamico

Tagliare in due il pompelmo ed estrarne la polpa delicatamente. Togliere la pelle dalla polpa e ridurre a piccoli pezzi. Sgocciolare bene la polpa di granchio e aggiungerla ai pezzi di pompelmo. Aggiungere anchio un cucchiaio di maionese, qualce goccia di tabasco, il sale, un filo d'olio. Mescolare bene e riempire con il composto le bucce di pompelmo. Decorare con un'oliva e qualche pezzetto di pomodoro. Mettere in frigorifero e lasciar riposare almeno 30 minuti. Prima di servire decorare con un filo di glassa di aceto balsamico.

lunedì 1 agosto 2011

barchette di cetrioli con ripieno di caprino aromatizzato

Le rose che Orso mi ha regalato per il mio compleanno sono appassite.
Mi piaciono molto le rose rosse. Hanno un colore inimitalile. Come il loro profumo.
Ora non ho il coraggio di prenderle e toglierle dal vaso. Mi viene malinconia.
Sì lo so. Sono completamente scema.
Ma faccio veramente fatica a separarmi dalle cose che mi vengono date da una persona a cui voglio davvero bene. Mi sembra di buttare un po' del suo amore.
Stasera quando tornerà ci penserà lui a dirmi di smettere di fare la pazza e mi aiuterà a svuotare il vaso.
Per fortuna c'è Orso.














1 cetriolo
1 caprino fresco
1 pomodoro secco
5 olive nere
1 cucchiaino di capperi sorro sale.

Sbucciare il cetriolo. Tagliarlo in tre parti per ricavarne 3 cilindri di circa 5 cm. Tagliare ogni cilindro in due e svuotare la parte centrale dalla polpa.
In un piatto lavorare con una forchetta il caprino per renderlo cremoso e aggiungerci i capperi, il pomodoro e le olive tagliate grossolanamente.
Distribuire la crema all'interno delle barchette di cetriolo. Servire.
Più veloce della luce!